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La donna di Samo
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Libri Moderni

Menander

La donna di Samo / Menandro ; traduzione e integrazioni di Mario Prosperi

Siracusa : Istituto nazionale del dramma antico, 1981

Abstract: Moschione, figlio adottivo di Demea, ama la figlia di Nicerato, la giovane Plangone, con la quale si è unito carnalmente durante la festa delle Adonie: la giovane è rimasta incinta e Moschione ha giurato di sposare la donna. Tuttavia, dal momento che Moschione non vuole per il momento rivelare la propria paternità, il figlio, ormai nato, viene fatto passare per quello della concubina di Demea, Criside (la donna di Samo del titolo), la quale in effetti aveva da poco dato alla luce un bimbo morto dopo pochi giorni. Al suo ritorno, Demea cade vittima di equivoci che lo portano a credere che il piccolo sia davvero nato dall'unione tra il figlio e Criside. L'uomo allora, cieco di gelosia, caccia di casa la concubina accusandola di tradimento, e la donna tace sulla verità per difendere l'onore di Plangone.[1]%%Da qui nascono una serie di fraintendimenti, durante i quali Nicerato afferma addirittura di voler uccidere Criside, e Demea, per placarlo, gli racconta che la concubina non sarebbe incinta di Moschione, ma nientemeno che di Zeus. Quando la tensione è al culmine, finalmente Moschione racconta al padre che il figlioletto non è nato da Criside ma da Plangone. Chiarito l'equivoco, Moschione fa l'offeso per i sospetti di cui è stato oggetto, minacciando di partire come soldato mercenario e quindi di abbandonare Plangone e il figlio, tutto in funzione di ricevere le scuse del padre. Ma alla fine tutto si aggiusta e si possono celebrare le nozze tra lui e Plangone.[1]