Sistema Bibliotecario Area Metropolitana

Abstract: In copertina, un mostro tutto viola con fattezze diaboliche sovrasta un bambino dai grandi occhi che, con il suo bel maglione stellato, passeggia in giardino.Con un testo dialogico essenziale e grandi illustrazioni colorate incorniciate di bianco, si sviluppa la storia del ritorno a casa di Bernardo, che, dopo l’incontro con il mostro, tenta invano di condividere con i genitori l’inaspettata avventura. Ma loro - i grandi – sono immersi nel mondo complesso degli adulti, troppo affollato da incombenze quotidiane. Non è mai il momento di distrarsi prestando attenzione a Bernardo, al quale non rivolgono neanche uno sguardo, liquidandolo puntualmente con un “non ora, non ora!”.Neanche l’annuncio della presenza in casa di un mostro li scuote dalla loro routine.Bernardo è quindi solo ad affrontare questa nuova insolita esperienza, ma il suo coraggio non lo salva dall’istinto bestiale dell’aggressore, - lui sì che gli presta attenzione - che lo divora in un solo boccone ed entra in casa. E qui neanche lui suscita alcun interesse, anche quando addenta una gamba del papà o divora la cena preparata dalla mamma davanti alla TV… I genitori, senza neanche guardarlo, lo invitano ad andare a dormire e a bere il solito bicchiere di latte sul comodino, come previsto dal rito serale. Il mostro obbediente sale le scale e si infila nel letto abbracciato all’orsetto, perplesso e stupito dalla sua nuova inaspettata identità, dopo aver udito l’ennesimo invito: “Non ora Bernardo!”.Con ironia, l’autore stimola la riflessione su quante volte gli adulti, concentrati nel loro mondo affollato di impegni e preoccupazioni, ignorano o rimandano le richieste di attenzione dei bambini, ritenendole una perdita di tempo e lasciandoli soli ad affrontare i loro mostri, reali o fantastici.

Abstract: Il suono del campanello annuncia una visita inaspettata, in casa di Sophie, che si accinge a gustare la merenda pomeridiana e il suo thé, insieme alla mamma. Chi sarà? E' una imponente e vistosissima tigre che, invece di aggredirle, si sistema al tavolo con le padrone di casa, sorridente e disponibile. E le due donne la accolgono senza battere ciglio, offrendole, oltre alla classica bevanda inglese, anche i biscotti e la birra del papà. Naturalmente la belva, sia pure adeguatasi alle abitudini umane, non può fare a meno di divorare tutte le provviste alimentari prima di andarsene, accompagnata educatamente alla porta. Ma gli effetti della sua visita inaspettata sono evidenti e destabilizzanti: appartamento a soqquadro, assenza totale di bevande e cibo. Al ritorno del papà, Sophie e la mamma gli raccontano l'incredibile avventura appena vissuta, informandolo anche dell'impossibilità di cenare come al solito, ma lui, quasi dispiaciuto di non aver potuto vedere la tigre, propone un'imprevista uscita serale, con una gustosa consumazione di salsicce, patatine e gelato. E l'indomani, durante la solita spesa al supermercato, Sophie avrà cura di acquistare anche una grande scatola di “cibo per tigri", nella speranza di un'altra visita inaspettata. La biografia di Judith Kerr può spiegare il tema portante della storia – l'accoglienza della diversità – e la sua maestria nell'allestimento delle immagini e nello sviluppo della narrazione. Fuggita dalla Germania nazista con il padre ebreo, approderà a Londra, dove diventerà sceneggiatrice per la BBC. Da 3 anni.