Trovati 2 documenti.
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[Roma] : Absolutly free, 2021
Sport.doc ; 142
Abstract: Le storie più belle dei 50 anni del torneo che ha aperto le porte solo ai campioni. Dall'ideatore Kramer all'avvento dei giovani Zverev, Tsitsipas e Medvedev passando per Federer e Sampras, Borg e McEnroe, Becker, Kuerten, Djokovic e tanti altri... Il Master (oggi ATP Finals) è uno dei miti del tennis, e da quest'anno approda a Torino, dove farà tappa per il prossimo quinquennio. Il mito nasce dal fatto che alle Finals sono ammessi solo gli 8 tennisti in testa alla classifica annuale. Non a caso le edizioni fin qui disputate (l'evento è nato nel 1970) hanno riservato sfide di una bellezza unica. Da questa crema del tennis, Daniele Azzolini ricava le storie e i volti che hanno reso le Finals il quinto torneo per importanza del tennis, dopo i 4 del Grande Slam. Ne è sortito un romanzo dell'evento più disorientante che vi sia, dato che nelle Finals si può addirittura perdere un match e alla fine vincere il torneo. La speranza è che da quest'anno ci sia spazio per gli italiani. Due addirittura. Matteo Berrettini e Jannik Sinner sono i primi in lizza per la qualificazione. Prefazione Adriano Panatta.
Milano : Sperling & Kupfer, 2021
Abstract: Osserviamo i Big Three: Federer, Nadal, Djokovic; poi allarghiamo lo sguardo sugli altri fenomeni attuali e futuri del tennis, italiani compresi. Berrettini, Tsitsipas, Sinner, Musetti, Zverev, la lista sarebbe lunga. Tennisti di ogni età e livello, accomunati da una parola buona per tutti: perfezione. Eccezionali nel fisico, tecnica impeccabile, stabili di testa, in grado di lottare per ore fino alla vittoria. Privi di sbavature, educati, rispettosi. Insomma, nulla a che vedere con il passato. Quante intemperanze e «cadute» tornano in mente pensando all'epoca d'oro, i meravigliosi anni Settanta e Ottanta, fatti di tennisti spesso «difettosi». Il dritto marcio di Connors, le follie autolesioniste di Nastase, la compiaciuta indolenza panattiana, la furia artistoide di McEnroe. E ancora: le volée artigianali di Borg, Noah e i suoi colpi strappati, l'ottusa testardaggine di Becker, la fissità crudele di Lendl, i tormenti vacui del giovane Agassi. Stefano Meloccaro, in preda a una sana e disincantata nostalgia, seleziona e racconta con la consueta competenza una galleria di campioni straordinariamente imperfetti, riconoscibili e amati per le loro vittorie tanto quanto per i loro evidenti nei. Una vulnerabilità che era però l'essenza stessa del fascino geniale e innovatore che emanavano, fatta di rivalità e isterie, virtuosismi e gesta irreplicabili, magie e furia agonistica. Ogni partita era una storia diversa e imprevedibile, ogni scambio una meraviglia, ogni incontro uno scontro tra personalità che usciva dal campo e diventava stile, rivoluzione e vita. Un tennis rock and roll suonato dal vivo, e quindi unico e irripetibile. Il libro si avvale di importanti contributi, tra gli altri, di Rino Tommasi, Gianni Clerici, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli.